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Cos'è la comunicazione?

Argomento ampio e multiforme quanto può esserlo la vita sulla Barriera Corallina.

Definizione

Il vocabolario Treccani alla voce Comunicazione suggerisce moltiplici e interessanti definizioni.
Per gli scopi di questo breve articolo introduttivo partiremo dalla seguente accezione:
** il rendere partecipe qualcuno di un contenuto mentale o spirituale, di uno stato d’animo, in un rapporto spesso privilegiato e interattivo: comunicazione d’idee, di pensieri. **

Ovvero: ho un pensiero, un’emozione, un’idea, qualcosa di cui ti voglio rendere partecipe; c'è una mia esperienza, un mio sentire che voglio mettere in comune per avere un terreno condiviso su cui muoverci e lo voglio comunicare proprio a te, in maniera speciale perché proprio tu lo capisca.

Ciò che preme in questa sede è: cosa posso fare affinché quello che voglio comunicare venga recepito in maniera chiara e efficace?

Elementi della comunicazione

Consideriamo alcuni fattori:
1. Cosa voglio esprimere?
Assicurarsi di avere chiaro il messaggio da veicolare
2. Cosa voglio ottenere?
Sapere quali effetti voglio ottenere nel mio interlocutore
3. Chi è il mio interlocutore?
Individuare le caratteristiche salienti relativamente a questa comunicazione
4. Quali sono i miei strumenti?

E’ una comunicazione dal vivo o via etere? Scritto o parlato? Diretta o indiretta?
5. Tener presenti i segnali di feedback.
Osservare come reagisce il mio interlocutore mano a mano che comunico

Esempio
Facciamo qui l’esempio di una comunicazione dal vivo.
Sono sul marciapiede carica di buste della spesa, voglio entrare nel portone di casa, e in fretta. L’inquilino del terzo piano è appoggiato alla soglia bloccando il passaggio, cuffie nelle orecchie e sguardo sul telefono, modalità struzzo.

1. Cosa voglio esprimere?
Il mio disappunto perché il passaggio non è libero.
2. Cosa voglio ottenere?
Che lo struzzo si sposti.
3. Chi è il mio interlocutore?
Un uomo incurante dell’ambiente circostante. Ha le cuffiette: difficilmente sentirà; ha lo sguardo basso: vedrà forse ciò che avviene ai suoi piedi.
4. Quali sono i miei strumenti?
Postura, voce, volume, gestualità, sguardo, contatto e buste della spesa.
5. Tener presenti i segnali di feedback.
Ce ne saranno?
Potrei alzare la voce e dire ‘Puoi spostarti?’ ma le cuffie nelle orecchie sono un’indizio che sarebbe tempo sprecato.
Allora mi avvicino allo struzzo, appoggio le buste della spesa vicino ai suoi piedi e osservo come reagisce, mantenendo uno sguardo vagamente truce.

Ipotesi 1. E’ effettivamente un’omuncolo noncurante:
Alza gli occhi, mi guarda senza vedermi, si sposta e se ne va senza neanche salutare.
A quel punto, potrei gridargli dietro ‘“Grazie, eh!”.
Ipotesi 2. Ho valutato in maniera superficiale il mio interlocutore:
Alza lo sguardo, si toglie le cuffie, mette il telefono in tasca, sorride e mi dice ‘Scusami, sono in mezzo al passaggio. Posso aiutarti?’
A quel punto, perchè no? Via lo sguardo truce e magari sorrido.
Ipotesi 3. L’universo è benevolo oltre ogni possibile immaginazione:
Alza lo sguardo, mi sorride e dice ‘Ti stavo aspettando. Preparo io la cena’
A quel punto, apriti cielo! E’ mio marito e non l’avevo riconosciuto. Sorrido e gongolo.

Comunicazione efficace

Affinchè la comunicazione sia efficace:
* deve essere un processo attivo tra i poli comunicativi, uno scambio, appunto.

* è necessario conoscere e saper utilizzare al meglio i propri strumenti (voce, gesti, postura, articolazione, volume, intensità, prossemica, sguardo, lessico, oggetti etc)

* bisogna avere chiaro ciò che si vuole dire e ottenere ma anche essere flessibili abbastanza da poter cambiare idea (e registro comunicativo) con l’evolversi del processo.

Comunicare agevolmente ed in maniera efficace non è necessariamente facile.

La buona notizia è che partiamo tutti ben dotati di capacità comunicative e cognitive eccezionali: siamo esseri umani!

 

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